La Sardegna e James Bond tra gli scenari mozzafiato dell’isola e la sua natura libera e selvaggia, a confronto con gli ambienti cittadini e fumosi di Londra dove il celebre 007 si muove abitualmente.
Due mondi lontani, che si sono però incontrati e amati poco più di 40 anni fa. Correva infatti l’anno 1976, ed era fine estate, quando la Sardegna ospitò le riprese del film “La spia che mi amava”, decimo episodio cinematografico della celebre saga ispirata al personaggio creato nel 1953 dallo scrittore britannico Ian Fleming.
Nel film a James Bond viene chiesto d’indagare sulla sparizione di due sommergibili nucleari, uno sovietico e uno britannico. Insieme alla collega del Kgb, Anya Amasova, si troverà a lottare contro il folle scienziato Karl Stromberg per salvare entrambi i paesi dalla distruzione, in un inedito tentativo di disgelo rispetto al clima da Guerra Fredda che rappresenta il normale ambiente di riferimento dell’agente segreto di Londra.
Il ruolo dello 007 all’epoca era ricoperto dall’attore Roger Moore, ritenuto ancora oggi dai fan e dagli addetti ai lavori il miglior interprete di 007. Anche grazie al palcoscenico mozzafiato fornito dagli scorci più belli della Sardegna, il film “La spia che mi amava” (nell’originale inglese, “The spy who loved me”) è ancora oggi uno dei più amati e ricordati, sia dai fans che dalla critica.
Presentato in anteprima all’Odeon Theatre di Londra in una data tutt’altro che casuale, il 7 luglio del 1977 (vale a dire il 7-7-77), il film ebbe tre candidature agli Oscar 1978: per la miglior scenografia (Ken Adam), miglior colonna sonora (Marvin Hamlisch) e miglior canzone (“Nobody Does It Better” di Carly Simon). “La spia che mi amava” è ancora oggi il quinto maggior incasso di tutta la serie con 185 milioni e 400 mila dollari, dietro solamente agli episodi “Thunderball”, “Goldfinger”, “Si vive solo due volte” e “Vivi e lascia morire”.
“La spia che mi amava” è una pellicola insolita, nell’ambito della saga bondiana, dove il celebre 007 del servizio segreto di Sua Maestà sembra essere influenzato dall’unicità dell’isola di Sardegna anche nei suoi comportamenti abituali, quelli che lo hanno reso immediatamente riconoscibile a ogni latitudine del globo.
In questo film James Bond non è mai impegnato in nessun gioco da casinò, come lo è invece in altri episodi della saga.
In effetti Ian Fleming creò il personaggio dandogli una personalità da giocatore appassionato, con l’intento di mostrare un lato più umano di 007. Per questo lo si è potuto vedere impegnato in tavoli da Texas Hold’em, Roulette e Chemin-de-fer, insomma, l’amore per il rischio è caratteristico in ogni aspetto della vita del più famoso agente segreto del cinema.
Ma quali furono i luoghi sardi attraversati dall’agente con licenza di uccidere? Buona parte del film, con molte riprese ambientali favorite dallo splendido e variegato sfondo naturalistico dell’isola, fu girato nella lussureggiante località turistica della Baia di Cala di Volpe.
Anche l’elenco dei luoghi sardi del film è davvero lungo, a partire dalla scena rimasta nella memoria collettiva: l’arrivo della celeberrima Lotus Esprit S1 bianca – capace di trasformarsi in sottomarino – ripresa integralmente nel porto di Palau.
Un’altra scelta cult, quella dell’inseguimento tra l’autovettura di Bond e un elicottero, è invece ripresa nelle strade attorno al borgo di San Pantaleo, frazione di Olbia. Osservando la scena nel dettaglio, si nota anche un’altra location tutta made in Sardegna: le riprese della Lotus che esce dall’acqua, dopo lo scontro con il mezzo aereo, furono registrate infatti a Cala Spalmatore, vicino a La Maddalena.
E ancora: la scivolata del motociclista che cerca di evitare il camion “Sarda Dream” venne girata a Capo Caccia, nel territorio del Comune di Alghero, mentre un’altra caduta, quella dell’automobile sulla villetta del pastore, fu invece ripresa a Santa Teresa di Gallura.
Nonostante questo scivolone, “La spia che mi amava” è un film fortemente influenzato dalla Sardegna, che ha contribuito a rilanciare, a livello internazionale, le bellezze e l’anima dell’isola e dei suoi indomiti, fieri e accoglienti abitanti.