1258 – 1324 Con l’acquisizione di Castel di Calari, la terza parte del territorio ex giudicale e la [easyazon_link identifier=”8827129898″ locale=”IT” nw=”y” tag=”testo_art-21″]Gallura[/easyazon_link], i toscani diventano dominatori di gran parte della Sardegna, considerata anche l’influenza sui [easyazon_link identifier=”111502230X” locale=”IT” nw=”y” tag=”testo_art-21″]Gherardesca[/easyazon_link] che governano il Cixerri e il Sulcis.
La Rocca di Castello (Castrum Calari o Castel di Calari) era governata da due castellani di nomina annuale che si avvalevano di un consiglio di anziani in rappresentanza del popolo diviso in compagnie a seconda delle attività commerciali o artigianali esercitate. La vita della Rocca era disciplinata da un codice di leggi chiamato “Breve”.
Nel 1297, [easyazon_link identifier=”B01HMIGI9O” locale=”IT” nw=”y” tag=”testo_art-21″]Papa Bonifacio VIII[/easyazon_link], per risolvere la guerra (Del Vespro) scoppiata in Sicilia tra Aragonesi e Angioini sostenuti dalla Chiesa, formò il “Regno di Sardegna e Corsica” concedendolo agli Iberici che avrebbero rinunciato alla Sicilia.
Il Papa aveva quindi dato il suo consenso alla conquista dell’isola, in pratica una “licenza di invadere”.
I pisani si prepararono all’imminente ed inevitabile arrivo degli iberici, fortificando la Rocca e costruendo tre possenti torri (1305-1307) e fortificando anche il colle di San Michele in considerazione della sua posizione strategica.