Il complesso nuragico di Benezziddo ad Aidomaggiore, risulta essere completamente abbandonato al suo destino.
Pubblichiamo questo video che ci ha dato molto da pensare per quanto riguarda l’immenso patrimonio archeologico Sardo, talvolta completamente abbandonato e alla mercè di “ladri di storia” senza scrupoli.
Ci troviamo nel territorio comunale di Aidomaggiore, in quella terra di confine tra l’antica curatoria del Guilcer e del Marghine.
Siamo a circa 350 mt sul livello del mare e la zona vanta una elevatissima presenza di nuraghi, tanto che se ne contano più di 0,6 per km quadrato. Nello specifico la località è detta Benezziddo e vi sorge il nuraghe omonimo con annesso villaggio nuragico e domus de janas.
Megalitismo e natura qui si sfidano in un braccio di ferro millenario, difatti la macchia mediterranea copre per intero la torre nuragica e le capanne circostanti, rendendo l’intera struttura invisibile da appena pochi metri di distanza.
Il nuraghe Benezziddo è di tipo semplice o monotorre ed è stato costruito con massi di pietra basaltica, materiale presente in abbondanza nella zona. La volta è in buono stato di conservazione e all’interno del nuraghe vi sono tre nicchie con visibili segni di scavo da parte dei cosiddetti tombaroli.
Anche la scala è stata vittima dei ladri di storia, che hanno sventrato i gradini più bassi alla ricerca di preziosi reperti. All’esterno si notano mura che si estendono tutt’attorno al complesso nuragico, volte a creare una struttura difensiva. Alla base di queste mura si misura uno spessore di circa un metro e mezzo.
Oltre ad un intricato labirinto murario, intorno alla torre vi sono capanne circolari e capanne coperte a base rettangolare. In due casi le capanne circolari e rettangolari formano un’unica struttura architettonica di possibile utilizzo civile-militare. Nel complesso il villaggio si estende per quasi 5000 mq e nonostante la sua grandezza risulta sconosciuto ai più e, per esempio, nemmeno il software regionale Sardegna 3D riconosce la presenza del sito in questione.
E’ anche vero che un comune di appena 542 abitanti non può permettersi di tirare a lucido una costruzione così maestosa, ma la legge regionale numero 14 del 20 settembre 2006 e l’articolo 10 sulla tutela e la creazione dei parchi archeologici, può essere uno strumento di grande ausilio.
Riprese e montaggio Cherchi Corrado Musiche Piero Marras