Finalmente, come anticipatovi tempo fa, inauguriamo una nuova sezione di Contusu, quella dedicata ai misteriosi “Brebus“, in cui cercheremo di raccogliere le “magiche parole” della nostra millenaria tradizione.
Le nostre fonti sono sia orali che scritte e di volta in volta indicheremo la fonte dal quale verranno trascritte.
Ma cosa sono i brebus o berbus?
Il significato di brebu è “parola”. Ne ritroviamo traccia negli antichi testi giudicali, in cui “torrare berbos” significava rispondere.
Nei tempi attuali, considerati moderni, i brebus vengono considerati parole magiche, gli scongiuri, le frasi capaci di guarire malattie o preservare gli uomini dai malefici e dai fastidi.
Perchè lo scongiuro si chiami brebu, non è del tutto chiaro.
Come scrive Antonangelo Liori nel suo “Demoni, miti e riti magici della Sardegna”, “è certo che alla parola è attribuito in Sardegna un grandissimo significato. Nei paesi dell’interno vengono trasferite anche le proprietà immobiliari con una semplice “parola” (bastat su foeddu, si dice: “Basta la parola”): si fa ricorso all’atto pubblico solo quando è necessario per presentare domanda di miglioramento fondiario o per accedere al credito.”
Il termine sardo per parola è fueddu, allega, peraula, ma brebu ha un significato decisamente più forte e significa “verbo”, cioè parola attiva, parola che genera cose, che produce effetti.
Probabilmente la definizione di brebu per lo scongiuro è dovuta all’avvento del cattolicesimo, ma le origini delle magiche parole sarde non lo sono di certo ed infatti i sardi distinguevano attentamente tra brebus e preghiere.
Nella maggior parte dei casi i brebus andavano, – e vanno ancora – recitati all’interno di un ben articolato rituale, composto da parti, molte di chiara influenza cattolica e altre di origine assolutamente pagana.
E’ interessante notare come anche nei brebus dove vengono nominati Dio e i santi, questi vengono interpretati abbastanza liberamente e Dio viene concepito come una delle tante entità che popolano l’universo sardo.
Esiste la credenza che i brebus devono essere tramandati da anziano a giovane: chi cede “la parola” perde la facoltà terapeutica e miracolosa che passa così a colui che la riceve. Si narra che esistevano persone che possedevano anche 50, 60 brebus.
Un’altra regola relativa all’efficacia del “verbo” sancisce che è assolutamente proibito ricevere un compenso di qualsiasi natura per l’esecuzione di un brebu perchè ciò ne vanificherebbe gli effetti.
Non sono d’accordo con quanto si crede, in quanto abbiamo diverse testimonianze che smentiscono tale regola.
Tuttavia siamo fortemente convinti che non si debba mai e poi mai chiedere dei compensi sopratutto in denaro, ma che debba essere la persona che riceve i benefici di un’azione magica a ripagare spontaneamente la persona pratica, magari con doni della Terra.
Spesso i brebus si tramandano all’interno dei nuclei familiari o in rari casi a conoscenti in cui vengano riconosciute le caratteristiche per poterli mettere in pratica.
Queste pratiche di medicina tradizionale sono ancora oggi largamente utilizzate.
Sono avvolte da un alone di mistero che le rende estremamente affascinanti, grazie anche al fatto che sia chi ne usufruisce che chi le utilizza, tende a nasconderlo, o per la segretezza che tali pratiche richiedono, o per il senso di colpa indotto dal dannosissimo cattolicesimo.
Il nostro sogno sarebbe poter ripercorrere a ritroso la storia per poter giungere alla fonte dalla quale tali antiche pratiche hanno preso vita, libere dal pesante fardello della religione cristiana.