Uno dei trekking più semplici ma che nel contempo consente di stare a contatto con la natura selvaggia del nostro amato Supramonte è quello che porta dalla piana del Golgo, nel comune di Baunei, sin giù alla splendida cala di Goloritzè.
Come passare la pasquetta senza rischiare di fare interminabili code in macchina e trovarsi in un metro quadro con una densità di popolazione pari a quella della Cina?
Probabilmente rimanendo comodamente a casa, magari a guardarsi 2 o 3 film alla tv , oppure partendo la sera di Pasqua per uno dei luoghi più belli e aspri della nostra splendida isola, il Supramonte.
Percorriamo la strada statale 125 usufruendo dei tratti nuovi che ci consentono di accorciare un pò in termini di tempo e così da Solanas svoltiamo per Santa Barbara arrivando al tratto veloce che ci porta a San Priamo.
Attraversiamo Muravera e Villaputzu e ci dirigiamo verso il salto di Quirra, passando ai piedi del castello omonimo.
La strada non è molto trafficata e dopo aver attraversato Cardedu, Barisardo, Tortolì e Lotzorai, iniziamo la salita verso Baunei.
E’ già buio quando arriviamo nella piana del Golgo a circa 600 metri di quota e non ci resta che sperare che l’ovile “Su Porteddu” sia aperto per consentirci di piantare le tende nell’area riservata.
Sfortunatamente siamo arrivati con circa mezz’ora di ritardo e, come veniamo a sapere l’indomani, il parcheggio era stato chiuso alle 22 perchè non si era trattenuto nessuno a dormire.
Ripieghiamo sul “Rifugio” della Cooperativa Goloritzè che troviamo affollato, sia per quanto riguarda le stanze che per le tende. Il tempo non promette nulla di buono ed infatti la notte piove, anche se a tratti. La mattina il cielo è grigio e tira un vento abbastanza fastidioso, ma i monti che ci circondano sono splendidi.
Dopo aver fatto colazione al bar del Rifugio, ci dirigiamo a vedere la seicentesca chiesetta di San Pietro, costruzione di piccole dimensioni che si erge in un sito dedicato un tempo a culti pagani, recintata e chiusa da un muretto esterno in pietra.
Dopo essere stati circondati dagli asinelli che fanno da guardiani alla chiesetta, ci avviamo a visitare la famosa voragine di Su Sterru, formatasi nel calcare giurese e il cui imbocco si trova in un avvallamento ricoperto in parte da lava basaltica del periodo plio-pleistocenico (da qui il nome “cratere vecchio”). Con il suo sviluppo verticale di 270 metri è la più profonda voragine a singola campata d’Europa. La sezione orizzontale è più o meno ellittica ed ha un diametro di 25 metri nel tratto centrale e di 40 nella sala alla sua base.
In questo sito un tempo si svolgeva il brutale rituale dell’uccisione degli anziani.
Il tempo è ancora molto incerto e decidiamo di avviarci verso Santa Maria Navarrese, ma, quasi arrivati alle curve che portano nuovamente verso Baunei, ci facciamo coraggio e torniamo indietro.
Su Porteddu è aperto e gia numerose macchine sono parcheggiate all’interno del recinto, nonostante siano le 9.
Dopo un buon caffè ed aver constatato che il cinghiale mascotte del luogo a generato una serie di cinghialetti, ci dirigiamo verso l’imboccatura del sentiero.
Si tratta di una mulattiera utilizzata in passato dai carbonai risistemata e ampliata di recente a cura del comune di Baunei.
Ci attende un cammino di circa un ora con un dislivello di 550 metri.
Dopo un breve tratto pianeggiante iniziamo a scendere ammirando i bellissimi lecci plurisecolari che fiancheggiano il percorso, sino ai resti dell’ovile Ghironi, adattato dai pastori per sfruttare mirabilmente gli anfratti di un costone roccioso.
Siamo all’interno del Bacu Goloritzè che pian piano si restringe sino a farci scorgere la famosa Aguglia, meta degli scalatori di tutto il mondo.
Dopo essere passati sotto l’arco di roccia molto caratteristico, arriviamo ai piedi dell’Aguglia di Goloritzè, dove ci fermiamo un attimo presso i tavoli in legno.
Purtroppo non possiamo fare a meno di notare l’inciviltà di molte persone che lasciano senza problemi gli avanzi dei pasti non preoccupandosi minimamente di salvaguardare questo splendido posto.
Ci avviamo verso la discesa nella cala e il paesaggio è sempre meraviglioso, nonostante non ci sia il sole.
La spiaggia, già affollata, viene nominata “Monumento Nazionale Italiano” nel 1995, ed è formata da una miriade di sassolini bianchi che la rendono unica, infatti è assolutamente vietato raccoglierli.
Non possiamo fare a meno di ammirare lo splendido arco di Punta Goloritzè, dal quale versò gli inizi di Giugno ci butteremo in acqua.
Ci sistemiamo per una buona mangiata e ci dispiace non aver portato una buona bottiglia di vino rosso, rigorosamente sardo, per accompagnare il formaggio fresco e la salsiccia.
Alle nostre spalle si trova la Grotta del Fico, un tempo residenza della foca monaca mentre dalla spiaggia, in alcuni periodi dell’anno, sgorga una sorgente di acqua dolce.
Ogni tanto pioviggina e dopo un pò di riposo decidiamo di risalire. La salita è piuttosto faticosa, ma basta fermarsi ogni tanto a riprendere fiato e bere un sorso d’acqua, per riacquistare un pò di energie.
Non pensavamo di trovare così tanta gente, e comunque ci viene da pensare a quanti hanno fatto questo trekking per staccare un pò la spina dalla vita quotidiana, per rientrare in contatto con la nostra madre terra, per purificarci un pò i polmoni con la sua aria pulita.
La risalita si effettua in un’ora e mezza circa, andando spediti e dopo il premio è una bella Ichnusa ghiacciata a Su Porteddu.
Il Supramonte per noi ha un fascino particolare, ci parla di una terra antica e saggia, di cui siamo profondamente innamorati, in cui il bianco del calcare, spaccato dalla tenacia delle piante di Ginepro, è un potente richiamo per chi sà ascoltare e vedere come un tempo.
Vuoi vivere una esperienza di tre giorni con gli istruttori qualificati della Sardinia Survival School? Chiedi info sul gruppo Facebook, tramite Instagram o il sito internet.
Per informazioni:
“Su Porteddu”
Loc. Golgo – Baunei
Tel. 3402755226
——————————–
“Cooperativa Goloritzè”
http://www.coopgoloritze.com