In questa interessantissima e importante intervista-documento, realizzata dalla studiosa di antropologia [easyazon_link identifier=”8889187174″ locale=”IT” nw=”y” tag=”testo_art-21″]Dolores Turchi[/easyazon_link], viene raccontato dalla signora Concas di Gadoni il modus operandi de “[easyazon_link identifier=”B005VOHD5A” locale=”IT” nw=”y” tag=”testo_art-21″]S’Accabadora[/easyazon_link]”.
Questa figura, che negli ultimi anni è ricomparsa nella memoria del popolo sardo in concomitanza con i fatti di cronaca legati all’eutanasia, svolgeva un compito difficile e delicato: quello di porre fine alle sofferenze e alla lunga agonia dei malati in fase terminale. Osteggiata dalla chiesa e dalla gran parte delle persone religiose, era, in realtà, protetta con il silenzio e pochi conoscevano la sua identità e i suoi modi di agire.
[adsense]
Questa copertura è stata così efficace che, ad oggi, esistono studiosi che pensano che i racconti che fanno riferimento a [easyazon_link identifier=”8889187174″ locale=”IT” nw=”y” tag=”testo_art-21″]S’Accabadora[/easyazon_link], non siano altro che leggende mitiche o che al massimo facciano riferimento a una figura che agiva in un antico passato. In realtà numerosi sono i viaggiatori e gli studiosi stranieri, giunti in Sardegna nei secoli, che fanno riferimento a questa figura. Questa intervista prova che in realtà, una figura di tal genere è esistita almeno fino agli anni Quaranta del secolo scorso.
[amazon_link asins=’8854198870,8822712153,8889187174,8822710967,8822712307′ template=’ProductCarousel’ store=’testo_art-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2b2daa14-7c6a-11e7-b018-53d36df45bf3′]