Alla fine del mese di settembre 1941 giungono al campo di concentramento per prigionieri di guerra numero 124 presso la miniera di Bacu Abis circa 500 prigionieri di guerra di nazionalità greca.
Subito dopo il loro arrivo, i prigionieri di guerra di rifiutano di scendere nelle miniere. Il Ministero della guerra ordina di procedere penalmente contro i responsabili della protesta. Nei mesi successivi, saranno individuati e processati 18 prigionieri. La sentenza emessa nel marzo del 1943 condannerà 13 di loro a 7 anni di carcere. Tra di loro anche due greci di religione ebraica (Isacco Levi e Daniele Pesah).
Un’altra protesta è segnata nel mese di febbraio 1942. Leggiamo dal Diario storico militare dell’Ufficio prigionieri di guerra: “Il comando del XIII Corpo d’Armata segnala una sommossa al campo n. 124 avvenuta in seguito all’evasione di 8 pg. greci dal campo 137 per ritornare a quello suddetto. Detti pg. vennero a viva forza posti su una carretta e riportati al campo n. 137. Da ciò la reazione dei pg. i quali si calmarono in seguito a spari di minaccia fatti dal reparto di vigilanza. Proposta richiesta per deferimento tribunale militare dei responsabili della sedizione“.
I riassunti mensili sul numero di prigionieri dei guerra dello Stato Maggiore del Regio Esercito segnalano la presenza di poco più di 300 prigionieri, tutti di nazionalità greca, dal 1 marzo al 1 maggio del 1942. Presenze che scendono a 234 il primo giugno1.
Dopo quella data, il campo P.G. N. 124 di Bacu Abis – cosi come succede ad altri campi di lavoro in Sardegna, e cioè Montevecchio N. 131, Monteponi N. 137 e Monte Mannu N. 147) – non compare più negli elenchi dell’esercito italiano.
Il campo ricompare nel gennaio del 1943 quando viene segnalata la presenza di prigionieri di guerra di nazionalità sudafricana, diventando probabilmente un distaccamento di lavoro dipendente dal campo di concentramento di Carbonia.