Il Forte di S.Elia, oggi meglio conosciuto come Fortino di S. Ignazio, è posto a circa 94 mt sul livello del mare; la sua costruzione risale alla fine dell’anno 1792, periodo caratterizzato dagli attacchi francesi all’isola.
Autore del progetto fu l’ingegnere militare Lorenzo Franco, che concepì la struttura come una fortificazione particolarmente efficiente. L’esecuzione dell’opera tuttavia fu riduttiva rispetto al progetto iniziale. Questo prevedeva la costruzione di una struttura centrale a pianta pentagonale e di due torri casamattate agli angoli del prospetto Sud, con ambienti coperti a volte a crociera. Un fossato doveva correre lungo tutto il perimetro.
Come testimoniato da alcuni documenti del 1797, il Fortino non venne mai ultimato: solo una delle due torri venne casamattata, il fossato non fu completato e la cisterna non venne mai costruita. Piccole e ristrette guarnigioni furono di stanza in quella costruzione, rimasta incompiuta fino alla sua dismissione militare, avvenuta l’11 gennaio del 1804, giorno in cui divenne una succursale del Lazzaretto e adibito al ricovero dei malati contagiosi.
Il Lamarmora, durante i suoi lavori per l’istituzione del moderno Catasto, posizionò sul tetto dell’unica torre casamattata un punto geodetico, ancora visibile.
Durante la seconda Guerra Mondiale, il fortino riacquistò importanza strategico-militare.
Sul pianoro situato tra il faro ed il fortino sabaudo sono ancora oggi ben visibili le strutture della batteria C. 135, prima batteria contraerea ed antinave ad essere installata nell’area cagliaritana.
Nella zona si individuano sei piazzuole scavate nel terreno roccioso disposte a semicerchio, collegate fra loro da camminamenti sotterranei.