A prima vista sembrava un relitto romano. Certamente una nave. Ma dopo un’accurata ispezione i sub archeologi non hanno avuto dubbi: non si tratta di una galera romana, ma siamo di fronte a una nave del 1700. Davvero una scoperta eccezionale, soprattutto per il luogo: il Poetto. Per giunta in una zona del litorale poco distante dalla spiaggia e a una profondità di appena una decina di metri.
Con molta probabilità il relitto è emerso dalla sabbia dopo il ripascimento che ha mosso il fondale lungo un vasto specchio di mare tra Quartu e Marina Piccola. Il resto del lavoro l’hanno fatto le numerose mareggiate che si sono si sono ripetute con una certa intensità negli ultimi due, tre anni. Ed ecco che in un punto davvero inimmaginabile per la vicinanza e presumibilmente battuto da ogni genere di subacquei, sono affiorati i resti del relitto.
Le prime voci del ritrovamento alla fine dell’estate. Sono subito arrivati gli esperti della Soprintendenza, guidati dalla dirigente Donatella Salvi, che è anche responsabile per le ricerche subacquee. A dare una mano agli archeologi gli uomini della Capitaneria e della Guardia di Finanza che continuano a tenere sotto controllo la zona del ritrovamento per evitare che i soliti curiosi possano fare danni. Tra i primi a dare un’occhiata al relitto un appassionato sub cagliaritano, Antonello Tinchi. Ecco il suo racconto:
«La nave si trova a una profondità di una decina di metri, sarà lunga almeno venti metri e larga cinque o sei. Si notano bene le ordinate e una parte della chiglia».
Le ricerche hanno subito dato interessanti risultati: sono stati individuati i fusti di cannone e sono stati recuperati frammenti di ceramiche.
Proprio grazie a questi reperti è stato possibile datare subito il relitto. Un fatto è certo: si tratta di una scoperta inedita perché sino a oggi davanti alla spiaggia del Poetto non erano mai stati trovati relitti interi.
Nel Golfo degli Angeli se ne contano una decina, in gran parte nella zona tra Villasimius e Torre delle Stelle, ma non al Poetto. A questo punto sarebbe interessante riuscire a dare un nome e una nazionalità al relitto:
cosa non impossibile se si dovesse trovare un riferimento sui cannoni o in qualche reperto di ferro, come già è capitato per il galeone spagnolo scoperto nel 1990 all’isola dei Cavoli. Restano gli interrogativi: cosa ci faceva la nave così vicino alla spiaggia e quale fu la causa dell’affondamento?
Intanto gli archeologi continuano nelle loro ricerche, mentre la Capitaneria vigila per tenere lontani predatori.
Articolo apparso sull’Unione Sarda del 20 Ottobre 2004.