Edificata tra VIII-IX secolo DC ad opera dei Monaci Basiliani sul colle di Sant’Elia (Cagliari) fu costruita utilizzando i materiali di risulta dell’antico tempio del culto pagano Fenicio-Punico di Astarte (dea della prostituzione sacra)…
Al giorno d’oggi è ridotta ad un cumulo di rovine, si riesce unicamente con molta difficoltà e fantasia a percepire le tracce dell’abiside e dei muri perimetrali.
Il colle sul quale fu eretta la chiesetta deve l’attuale nome alle vicende legate alla persecuzione, martirizzazione e sepoltura dell’eremita Elia. Il corpo dell’eremita, martirizzato per volere del preside romano Caio Barbaro durante le persecuzioni promosse dall’imperatore Diocleziano (II secolo DC), fu recupertato dai fedeli e segretamente ivi sepolto; da notare come, fino ad allora, il colle era conosciuto come “colle del Falcone”. In seguito a questi eventi i primi cristiani presero a frequentare questi luoghi al fine di professare segretamente il loro culto. Solo qualche tempo dopo, terminate le persecuzioni, fu possibile edificare un santuario in suo onore. La chiesetta torna alla ribalta della cronaca solo nel 1621 quando, in seguito al ritrovamento delle reliquie del santo, l’arcivescovo Francesco D’Esquivel ne ordinò il restauro e il consolidamento; i lavori furono terminati solo nel 1640.
Nel 1777 la chiesa fu gravemente danneggiata durante i bombardamenti operati dalla flotta Spagnola comandata dal cardinale Alberoni; in realtà, nonostate gli esiti, è verosimile che l’oggetto del cannoneggiamento non fosse la chiesetta bensì la vicinissima torre della lanterna o di Sant’Elia.
Per chiudere è importante segnalare la presenza, a poche decine di metri, di una cisterna romana e di una punica, quest’ultima di 27 metri di lunghezza e 6 di altezza.
Andrea G.
Vedi anche : La Torre di Sant’Elia o della Lanterna