I porri (o verrucche) sono delle escrescenze della pelle che spuntano soprattutto nelle mani. Pur non essendo dolorose, possono andare incontro a ferite per raschiamento della parte, che con il tempo potrebbe tendere a crescere. La causa della comparsa di queste anomalie della pelle è un virus (Papilloma) e solitamente, alla comparsa della prima lesione iniziale, compaiono una serie di verrucche satelliti.
La medicina sarda distingue i porri in maschio e femmina. Nel primo caso il porro si presenta isolato, grande e difficile da curare, mentre i porri femmina sono più piccoli e con la tendenza a moltiplicarsi.
Ma quali sono le cure e le cause legate a questo tipo di malattia della pelle? E’ curioso che nella tradizione sarda, si dica che i porri escono a chi conta le stelle e come capita anche per altri tipi di cure, anche questa varia da zona a zona.
Cure usando la carne
- Si ruba un pezzetto di carne, l’importante è non farsi vedere da nessuno, e la si porta da chi fa la medicina. Questa persona prende del filo e faceva tanti nodi quanti sono i porri, poi facendo dei segni di croce sopra i porri lega la carne con il filo e la sotterra in un posto isolato. Man mano che la carne va in putrefazione guariscono i porri.
- A luna calante si devono sfregare vigorosamente i porri con un pezzo di carne che poi va essere sotterrato con cura, in modo che la carne non possa essere trovata da qualche animale. Sotterrando la carne bisogna pronunciare le parole “Cummenti purdiada custa pezza, ci andinti is porrus mius”.
- In un pezzo di carne si fanno tanti buchi quanti sono i porri e poi si sotterra nel letamaio.
- Stessa operazione ma eseguita su un fegato di gallina che poi va gettato in un pozzo.
Uso del filo o del giunco
- in fase di luna calante bisogna fare tanti nodi quanti sono i porri quindi lanciare alle spalle il filo o il giunco annodato, in un luogo in cui il malato non passerà mai.
- Se il porro è grosso, si può legare alla base con del filo e lasciarlo così finchè non cade.
- Se si vede un uomo a cavallo, occorre fare subito dei nodi su un giunco e gettarlo via dicendo “Is porrus mius ti bessanta in cù”. Non si sa se usciranno al cavallo o al cavaliere 🙂
Altre cure
- Si deve buttare una manciata di sale dentro un forno, girati di spalle (a manu furriada) e scappare per non sentire il crepitio. Stessa tecnica si può usare lanciando allo stesso modo il sale in un pozzo, a mezzanotte, ma in questo caso non è necessario scappare.
- Sfregare i porri su un morto.
- Durante la messa bagnare i porri con la saliva e segnarli a croce tre volte, o al momento del lavabo o quando il prete alza l’ostia. Sempre a messa, nel momento in cui il prete dice “Pregate fratelli”, la persona malata deve dire “Sos porros mios in terra sì d’agattene!”. Dopo aver pronunciato queste parole, doveva cambiare posto frettolosamente, così i porri spariranno.
- La mattina all’alba camminare sfregando i porri su rami di tamerici bagnati di rugiada, senza voltarsi indietro.
- Applicare sui porri soda caustica o lumache schiacciate.
- Applicare il succo di diverse piante. Tagliando le foglie del fico, si può usare il suo lattice da applicare sui porri, oppure tagliando il ramo dell’euforbia, se ne applicava ugualmente il lattice. Della Scilla Marittima si utilizzano i bulbi spaccati.
- Recita di brebus passando una fetta di patata sul porro. La patata poi deve essere buttata in un punto in cui il malato non passerà più.
- Usare un pacco nuovo di sale e mezzo bicchiere di olio. Quando c’è luna calante si aggiunge il sale nell’olio e si butta a poco a poco nel fuoco pronunciando per tre volte il nome della persona da curare e il seguente brebu:
San Cosma e San Damian,
Vos hi puseu la vostra mà,
la mà de Maria ès miglior
de la mia, la mà de l’Assunta
colmi achescia punta.
Per approfondimenti:
– Medicina popolare in Sardegna. Dinamiche, operatori, pratiche empiriche e terapie magiche