Il complesso minerario di Funtana Raminosa si trova nel comune di Gadoni, in provincia di Nuoro – tra la Barbagia di Belvì e la Barbagia di Seulo – ed è considerato uno dei più antichi della Sardegna: le prime estrazioni di rame risalgono infatti all’età nuragica, così come testimoniato da importanti reperti archeologici localizzati nella zona. La miniera fu sicuramente attiva già in epoca romana, grazie al ritrovamento di utensili di vario genere, di un particolare lingotto di rame e di lunghe gallerie.
Funtana Raminosa si è sviluppata sulla sponda sinistra del Rio Saraxinus, a circa 2 Km dalla confluenza col fiume Flumendosa (il secondo fiume sardo per lunghezza) e rappresenta attualmente uno dei più importanti esempi di recupero e valorizzazione di strutture minerarie a fini turistici e culturali.
Nel 1915 Funtana Raminosa venne data in concessione all’impresa italo-francese ‘Sociétés Anonyme des Mines de Cuivre de Sardaigne’, che investì cospicui capitali per la modernizzazione dei sistemi di estrazione e per la costruzione di una grande laveria meccanica. Fu in quell’occasione che venne sperimentato – per la prima volta e con successo – il sistema della ‘Flottazione’ per il trattamento dei minerali misti.
Nel 1936, al sopraggiungere di difficoltà finanziarie, la miniera passò alla ‘Società Anonima Funtana Raminosa’, la quale favorì la nascita di un piccolo villaggio minerario in cui erano presenti – oltre ad un laboratorio chimico e ad alcune officine – anche una scuola, un ambulatorio e uno spaccio.
Negli anni ’40, il complesso minerario di Funtana Raminosa fu affidato alla ‘Società Cogne Spa’, la quale concentrò i propri sforzi nell’ottica di un ulteriore aumento della produzione mineraria. Venne realizzata una teleferica lunga 1 chilometro, che permetteva il trasporto del minerale fino alla località “Taccu Zippiri”; da qui, il materiale veniva portato con dei grossi camion alla stazione ferroviaria di Ortuabis per poi raggiungere il porto di Cagliari per essere imbarcato. Nel 1956, venne realizzata una seconda teleferica, che consentì di ottimizzare ulteriormente il trasporto dei grezzi. Una terza teleferica venne progettata negli anni successivi, ma non fu mai realizzata.
Nei primi anni ’60 fu la ‘Società Cuprifera Sarda’ ad investire importanti capitali, dando benessere al comune di Gadoni e ai paesi limitrofi.
Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 iniziò una seria crisi mineraria, che comportò la chiusura di molte miniere fra cui anche quella della non lontana Seui.
Il complesso minerario di Funtana Raminosa passò quindi sotto la gestione della ‘EGAM’, una società a prevalente partecipazione statale che diede avvio a importanti lavori di ristrutturazione dei cantieri sotterranei permettendo, tra l’altro, la costruzione di una moderna rampa d’accesso.
Alla EGAM subentrò in un secondo momento la SAMIM, che portò avanti la strategia di ammodernamento e potenziamento delle tecniche di produzione, tanto che venne progettato un nuovo impianto di trattamento del minerale da 1000 tonnellate al giorno. Il progetto, tuttavia, si dimostrò presto azzardato in quanto le riserve di minerale accertato si dimostrarono enormemente inferiori alle attese. Pertanto quell’impianto, costato ben 30 miliardi di lire ed entrato in funzione nel 1982, lavorò per soli 8 mesi per poi essere smantellato.
Funtana Raminosa chiuse definitivamente i battenti nel 1983. I motivi che ne determinarono la chiusura furono essenzialmente due: la scarsa convenienza economica, per quegli anni, del processo di estrazione del rame e del piombo e il forte inquinamento delle falde acquifere.
Questo imponente complesso minerario sarà sempre ricordato come il più ricco giacimento di rame di tutta la Sardegna.
Ivan Luigi Vargiu
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