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La ninna nanna di Tzia Infèrru

SE PENSATE CHE QUESTO 2020 ABBIA SMESSO DI STUPIRVI, VI SBAGLIATE…
…TZIA INFÈRRU STA PER TORNARE A PLOAGHE!

Anticamente si narrava che nel vecchio centro storico ploaghese, vivesse il fantasma di una vecchia signora che con l’arrivo dell’inverno, dal 21 dicembre al 21 marzo, al calar della sera, sedeva su una “pezzitta” e col suo canto, portasse via i bambini.

Alcuni anziani del paese sono convinti che l’anima dannata di Tzia Infèrru, tornerà questo dicembre.
La leggenda racconta che per ogni secolo in cui si ripetono gli anni gemellari, lo spirito si manifesti. È stato così nel 1515, 1616, 1717, 1818, 1919, e in molti credono che il 2020 non sia esente.

Si narra che i segni che ne preannunciano il ritorno siano già nell’aria.
L’estate si interrompe bruscamente e l’autunno inizia freddo e inquieto.
Lungo le strade, il vento soffia come un lamento, un triste canto malinconico abbraccia il cielo grigio e triste. La nebbia fitta nasconde ogni notte la luna e le stelle.
Nelle case le sveglie suonano durante la notte, gli orologi si fermano, e le persiane battono tre colpi.
In tanti si svegliano attorno alle 3:30 e non riescono più a prender sonno.

Molti rideranno, certamente non saremo creduti ma è doveroso mettervi in guardia.
Si dice di lei che si cibasse di oscurità. La si vedeva intenta durante le notti a sbriciolare il pane duro per nutrire i tanti corvi che gli stavano intorno.
Cantava una funesta ninna nanna, quasi sussurrata, con la quale teneva stretti a sé gli scuri volatili.
Si dice che tutti quei bambini scomparsi, nel corso dei secoli siano stati trasformati dalla vecchia strega in grossi corvi neri.

Si racconta che durante il giorno volino sui tetti, stazionino sulle finestre di quelle che un tempo furono le loro case, di quando felici vivevano nelle loro famiglie, avvolti nell’amore di un caldo focolare.
Li sentono gracchiare, quasi gemere, quasi volessero dire “Sono io, sono qui!”. Soli e sconsolati spariscono all’imbrunire e attratti dalla ninna nanna, vanno a beccare le briciole che cadono dal grembiule della vecchia.

Di tzia Infèrru non si conosce il passato, si dice che provenga direttamente dagli inferi e che non conobbe mai vita in corpo umano.
L’inverno ormai prossimo, ci dirà se questa leggenda sia vera oppure no.
Nel dubbio, tenete lontano i bambini dalle strette vie, dai vicoli corti del centro storico, affinché la ninna nanna di Tzia Infèrru non li incanti e li trascini a sé.

Noi vi abbiamo avvisato! Mai sia che anche voi, durante il giorno, vi trovaste come compagnia un triste corvo che implora aiuto nel balcone di casa.

Pasquale Demurtas