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Le tombe dei giganti

Il culto dei morti era essenzialmente fondato sulla coppia divina Dea Madre-Dio Toro.

Le tombe dei giganti
Il culto dei morti era essenzialmente fondato sulla coppia divina Dea Madre-Dio Toro e a questo sentire il popolo dei nuraghi diede forma nelle arcaiche e solenni architetture delle tombe monumentali: le tombe dei giganti.

Questo è il nome che in Sardegna hanno i sepolcri collettivi monumentali del periodo nuragico e nasce dalla credenza che tombe tanto grandi potessero servire solo a tumulare uomini giganteschi.

La tomba dei giganti ha una facciata semicircolare a forma di corna taurine, costituita da lastroni di pietra affiancati e confitti verticalmente nel terreno, oppure da un muro di grossi massi. Al centro della facciata semicircolare c’è una grande stele monolitica che reca, in basso, una porticina d’accesso alla tomba.

Lungo il semicerchio, all’esterno, ci sono alcuni sedili in pietra sui quali dormivano i parenti dei sepolti per comunicare con i loro cari attraverso i sogni: era questa la pratica dell’incubazione (dal latino incubo=dormo).

Tra le tombe dei giganti meglio conservate ricordiamo quella colossale di Li Muri, presso Arzachena (SS) e quella di Is Concias, presso Quartucciu (CA).

 La tomba dei giganti di Is Concias è del tipo con “facciata a filari”, tipica delle tombe dei giganti del Sud della Sardegna (ad esempio Sa Domu e S’Orku di Siddi).

La facciata e l’esedra, ampia 10 m., sono costruite in muratura megalitica; nell’area sulla destra dell’esedra sono presenti tre “focolari rituali”, di forma circolare.

I nuragici comunque continuarono anche ad usare gli antichi tipi di sepolture come le domus de janas o le tombe a corridoio tra le quali degna di nota è quella di Sa Corte Noa, presso Laconi  (NU).

I betili

 Spesso di fronte alla facciata della tomba dei giganti è presente un piccolo menhir, chiamato in sardo betile.

I betili, simboli fallici di fertilità, sono simili a piccoli coni di pietra sui quali talvolta sono scolpite piccole mammelle oppure due occhi: i betili mammellati simboleggiano la copulazione della divinità maschile e di quella femminile per riaccendere la vita ormai spenta nei defunti; i betili con occhi rappresentano invece una divinità a guardia dei defunti.

Foto: Andrea Gambula

testi:

http://www.sardiniapoint.it