Ritorna la Rubrica “Incontro con i talenti” e lo fa con un ospite d’eccezione. Sarà con noi Mario Segni per presentare il suo libro, “Il colpo di Stato del 1964“.
Salone parrocchiale San Pietro.
Nel 1967, un clamoroso scoop su «L’Espresso» di Eugenio Scalfari a firma di Lino Jannuzzi accusava il Presidente della Repubblica Antonio Segni e il comandante dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni De Lorenzo, di avere organizzato un colpo di Stato durante la crisi di governo del luglio 1964. Nonostante i pronunciamenti contrari del Tribunale di Roma e della Commissione d’inchiesta parlamentare, la gran parte della storiografia e della pubblicistica sposò questa tesi. A lungo è stato raccontato che la democrazia italiana era stata messa in pericolo dal cosiddetto “piano Solo”, un piano eversivo ordito dai vertici dell’Arma dei Carabinieri. Negli anni successivi, una stampa e una cultura sempre più egemonizzate dalla sinistra dipinsero la Democrazia cristiana come un partito “golpista”, pronto ad ogni avventura, persino a coprire e utilizzare “la violenza di Stato” pur di sbarrare la strada alla crescente avanzata del Partito comunista. Nulla di tutto questo è vero. È stata una gigantesca fake news, la prima nella storia repubblicana, e forse la più imponente. Non ha semplicemente descritto la storia in maniera sbagliata; ha inventato fatti non veri, ha convinto gran parte della pubblica opinione che era stata messa in atto un’eversione in realtà mai esistita, ha dipinto come golpista un partito che, pur con errori e difetti, ha garantito la stabilità democratica del nostro Paese nell’epoca della Guerra fredda. Questo libro, che si avvale di un’esclusiva documentazione inedita, provvede a smontare i falsi racconti della storia di quegli anni, contribuendo a riscriverla con il rispetto della verità dovuto all’opinione pubblica.
Ségni, Mariotto. – Uomo politico italiano (n. Sassari 1939), figlio di Antonio. Prof. di diritto civile a Sassari dal 1975, deputato democristiano dal 1976, fu tra i promotori del referendum per l’introduzione della preferenza unica nelle elezioni della Camera dei deputati (1991) e di quello per la riforma elettorale in senso maggioritario (1993). Dopo aver contribuito alla costituzione di Alleanza democratica (1992), nell’apr. 1993 uscì dalla Democrazia cristiana e nel marzo 1994 diede vita al Patto Segni, nelle cui liste fu eletto deputato (1994-96). All’opposizione del governo presieduto da S. Berlusconi (maggio 1994 – genn. 1995), appoggiò il successivo governo Dini. Nel febbr. 1995 il Patto Segni, i Socialisti italiani e Alleanza democratica costituirono una federazione denominata Patto dei democratici. Nel giugno 1994 fu eletto deputato europeo. Pur non essendosi ricandidato alle elezioni politiche del 1996, S. continuò a impegnarsi nel campo delle riforme istituzionali e fu tra i promotori del referendum costituzionale per l’abrogazione della quota proporzionale dalla legge elettorale della Camera dei deputati (il referendum, svoltosi nell’aprile 1999, risultò nullo, perché non venne raggiunta la partecipazione al voto prescritta). Avvicinatosi allo schieramento di centrodestra, nelle elezioni europee del giugno 1999 si presentò insieme ad Alleanza nazionale, risultando nuovamente eletto al Parlamento Europeo. Nelle successive elezioni politiche non si è ricandidato.