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Lo storico rinvenimento delle reliquie di Santa Vitalia

santa vitalia

 

Il culto di Santa Vitalia si dice sia  sempre esistito ed è sempre stato tramandato nei secoli. Il culto religioso però, rifiorisce abbondantemente ed in particolar modo nel 2° decennio del secolo XVII a seguito dello storico rinvenimento delle sante reliquie.

Gli scritti e le notizie si possono consultare direttamente presso gli archivi della curia a Cagliari, qualche scritto esiste anche presso la nostra parrocchia. Questi documenti ci raccontano fatti e protagonisti come, per esempio, chi fu a dare l’impulso affinché si ricercassero i resti di corpi di santi. C’è da dire che la richiesta o l’invito fu dato non sapendo esattamente quali reliquie si sarebbero ritrovate.

Si trattò per l’appunto dell’allora arcivescovo di Cagliari, Monsignor Francesco Desquivel (di lui si trovano cenni storici nel libro ultimo di prof. Virdis “gli arcivescovi di Cagliari”) – quest’ ultimo, seguendo l’esempio dell’Arcivescovo di Sassari, nel 1614 ordina che siano rintracciate le reliquie dei santi nella Basilica paleocristiana di San SATURNINO e zona ad essa circostante corrispondente alla già esistente chiesa di San Lucifero.

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Apro una parentesi per dire che, intorno a quest’avvenimento c’è pure una diceria popolare che AFFERMA: ” Monsignor Desquivel fu mosso a ordinare le ricerche delle reliquie dietro rivelazioni di un san gesuita, tal Francesco Ortolano“.

Ritornando ai fatti iniziali, tra le tante reliquie rinvenute a Cagliari, ci sono anche quelle appartenenti a Santa Vitalia. Presente alle operazioni il Vicario Generale della diocesi Cagliaritana Monsignor Sebastiano Carta, furono rinvenuti due loculi o piccoli sarcofagi; uno con l’iscrizione di tarda epoca latina che dice “Ic Iacet Benem Morie Bitalea……” in altre parole : “Qui giace la di buona memoria Vitalia“, l’altro reca l’iscirzione “Hic Requievet B. M. Lucifera” in altre parole: “Qui riposa la B.M. Lucifera“.

Da entrambe queste iscrizioni si è potuto risalire al fatto che, entrambi i resti appartenevano a donne di giovane età, entrambe martirizzate nell’anno 120 il 14 novembre (=sub die XVII Calendas Decembres) e in tal anno era imperatore romano Adriano. Il martirio di entrambe, non sorelle ma compagne di pena, è riscontrabile dalle scritte “Benem Morie” e B.M. che glottologi e studiosi ritengono indicare il martirio. Dunque entrambe vergini e martiri!

Altra usanza presso i primi cristiani era quella di, raccogliere e ricomporre in luogo sicuro, i corpi di santi e sante martirizzate per la loro fede in Cristo. Secondo un’altra tradizione i corpi venivano riposti nell’orto patrizio di Placida, anch’essa cristiana, fino a che, cessate le persecuzioni cristiane per opera di Costantino nel 313 nel periodo in cui era Vescovo di Cagliari, Claudio, i corpi delle due martiri vennero onoratamente riposti nella chiesetta su citata in due distinti loculi. Qui poi, dopo essere state nascoste per secoli a profanazioni ad opera di invasioni barbariche, vengono rintracciati.

Come già detto prima, del ritrovamento dei corpi oltre che a testimonianze oculari specifiche ci sono anche relazioni manoscritte preziose conservate presso l’archivio arcivescovile di Cagliari: “Autos originales sobre l’invencion de las reliquias des santos….“.

Tra le altre cose, l’Arcivescovo Desquivel, fece ricavare nella viva roccia sotto il presbitterio della Cattedrale di Cagliari, un santuario o cripta in tre distinte cappelle adornate di marmi, e in serie di tante simmetriche nicchiette nella volta, tra 584 rosoni in fondo dorato scolpiti nella viva roccia e, fece onoratamente collocare le reliquie dei rispettivi santi con, al di fuori, un’effige in rilievo col nome e qualità del martirio (Cfr. G. Spano: “Guida della città di Cagliari”) Il 22 marzo del 1726 le reliquie di Santa Vitalia furono trasportate dalla chiesa di San Lucifero, ove erano custodite, e trovarono sistemazione in una nicchietta della cappella centrale del Santuario. La santa è raffigurata in un bassorilievo, trafitta da una spada.

Curiosità

Il culto di Santa Vitalia a Villasor era presente già prima del rinvenimento delle reliquie se ne ha prova nella consultazione dei “cinque libri” presso l’archivio arcivescovile di Cagliari, ove è registrato un battesimo di neonato che porta appunto il nome della santa. Infine, piccola curiosità che ha come protagonista proprio i festeggiamenti in onore di Santa Vitalia a Villasor; Fu merito dei cappuccini protrarre culto e festeggiamenti in onore della santa.

E’ certo che, dati i tempi di pestilenze, malanni e carestie, dimezzata la popolazione, provata in povertà da censi e tributi tra governo e feudatario, i festeggiamenti si svolgevano solo in tono solo religioso. Gli anni passano, e sviluppi politici portano la sardegna a cambiar “padrone” dagli spagnoli agli austriaci e nel 1720 ai savoiardo piemontesi.

Nel 1866 vengono soppressi gli ordini religiosi e conventi, vengono confiscati i beni della chiesa e anche per i cappuccini di Villasor arriva l’ordine di sfratto dal loro convento, l’intrusione del comune anch’esso della stessa politica, porta all’abbandono dei frati. Sono anni difficili e la popolazione di Sorres mal sopporta quest’intromissione del comune che col suo Sindaco, non lascia libertà di svolgere i festeggiamenti che la gente propone in onore di SANTA VITALIA. Ecco che allora col benestare dell’allora arcivescovo di Cagliari Palma, nel 1875 in campagna non lontano dal paese i coniugi Medda e Maria Rosa Pintus prestano terreno e spese per la costruzione della Chiesa da intitolare a Santa Vitalia.

Di Antonella Soddu