Nella seconda metà degli anni Novanta, nella grotta di Nurighe, nel comune di Cheremule (Sassari), è stato scoperto un reperto osseo che ha riscritto la storia della Sardegna: una falange umana risalente a circa 250.000 anni fa. Prima di questo ritrovamento, le tracce più antiche di ominidi sull’isola risalivano al Paleolitico superiore, tra i 36.000 e i 10.000 anni fa. Un balzo temporale enorme.
Chi era Nur? Un mistero evolutivo
L’individuo, ribattezzato Nur, non può essere attribuito con certezza a una specie specifica a causa della scarsità del reperto, ma si colloca tra l’Homo erectus e l’uomo di Neanderthal. Resta un enigma come sia arrivato in Sardegna.
All’epoca, l’isola era unita alla Corsica e probabilmente vicina alla Toscana, il che avrebbe facilitato migrazioni dalla penisola italiana. Non si esclude, però, che Nur sia nato in Sardegna, discendendo da antenati giunti prima di lui, forse durante le grandi migrazioni umane dall’Africa, iniziate oltre un milione di anni fa.
La fauna preistorica della Sardegna
Ma chi abitava la Sardegna in quel periodo?
Tra le specie più affascinanti c’era il Mammuthus lamarmorae, noto come “mammut nano sardo”, l’unico mammut trovato in Italia. Era un elefante di piccole dimensioni, endemico dell’isola. Altra specie endemica era il Praemegaceros cazioti, un cervo sardo sopravvissuto per oltre un milione di anni, resistendo a drastici cambiamenti climatici, ma estintosi con l’arrivo massiccio dell’uomo.
Predatori e prede: un ecosistema unico
Stessa sorte toccò al Cynotherium sardous, un antenato del cane, adattatosi a cacciare prede di piccola taglia, come il Prolagus sardous, una sorta di grosso coniglio dalle orecchie corte. Quest’ultimo, nonostante fosse una preda ambita, sembra sia sopravvissuto fino all’Ottocento sull’isola di Tavolara.
Nur: un purosangue sardo?
L’endemismo di queste specie, frutto dell’isolamento geografico della Sardegna, porta a chiedersi: è possibile che anche Nur, il primo uomo conosciuto dell’isola, fosse un “purosangue” sardo?