Grazie agli amici di Thiesionline, vi proponiamo il primo di una serie di articoli relativi alle tradizioni di Thiesi.
In questo articolo viene trattato il momento del trapasso. Con alcune varianti ritroviamo le stesse pratiche anche nel Campidano e ad alcune ho assistito personalmente. buona lettura.
Quando una persona è in fin di vita nessuno si deve mettere ai piedi del letto perché è il posto destinato ai parenti morti; tale usanza forse era motivata dal fatto che si riteneva che poco prima di morire si vedessero i parenti defunti.
Sono tante le testimonianze che riportano il ricordo dei loro cari che, in punto di morte, dicevano di vedere i propri genitori, il marito o la moglie o altri cari defunti. Si considerava utile levare la fede e gli orecchini ai moribondi perché pare potessero ritardarne il decesso.
Si racconta che le persone che durante la loro esistenza avevano rubato (secondo altra versione, avevano bruciato) un giogo di legno (“su juale”), al momento del decesso non riuscivano a morire e restavano in agonia finchè non si metteva loro un giogo sotto il cuscino. In genere durante la veglia funebre le donne, in particolare le parenti strette, cantavano versi di lode e di rimpianto della persona defunta. Questi canti, detti “sos attittidos”, a volte venivano eseguiti da persone estranee (“sas attittadoras”), le quali quasi sempre svolgevano tale funzione dietro compenso.
I familiari stretti del defunto non uscivano di casa nei giorni immediatamente successivi al triste evento, per cui erano i vicini di casa ed i parenti che provvedevano a fornire loro il cibo.
Quest’usanza, detta “su piattu”, a Siligo si chiama “s’acconostu” e a Bonnanaro “su piattu de s’acconostu” che si traduce letteralmente: “il piatto della consolazione” (le prime due indicazioni sono quindi abbreviazioni della terza che è completa).
Quando si rientra da un funerale ancora oggi si sconsiglia di andare in una casa diversa dalla propria perché vi si porterebbe la morte. Per evitare ciò si va prima in un negozio, un bar, a casa propria o in chiesa.
La morte non interrompeva completamente i contatti fra il defunto e i familiari che si incontravano nel sonno se vi era qualcosa di importante da comunicare: “appo bidu a babbu in su sonnu e mi at ..d….”;
a mamma appo dimandadu si…
Tratto da Thiesionline