L’argomento è intrigante e affascinante come lo sono tutti i misteri. In particolare a Villacidro tutto ciò che gravita intorno al mondo dell’ignoto e della superstizione desta un grande interesse.
Per questo motivo la prima edizione uscita alla fine del 2003 si è esaurita subito. Così che l’autore ha deciso di produrre una seconda edizione aggiornata.
Nell’ultima parte Marcialis fa qualche cenno ai fatti di cronaca degli ultimi tempi che hanno visto Villacidro occupare ampi spazi su molti organi d’informazione per degli avvenimenti che seppure rientrino nella sfera dell’occulto si discostano notevolmente dai temi trattati da Marcialis. Infatti, come già dissi presentando la prima edizione de Sa bidda de is cogas, Gian Paolo Marcialis non fa altro che riportare tradizioni e credenze popolari senza pregiudizi e preconcetti.
L’autore incornicia la sua ricerca come fenomeno che si contestualizza in luoghi e in tempi precisi e limitati. Ciò nonostante le storie possono assumere una valenza molto più ampia perché rapportabili facilmente ad altre realtà abbastanza simili della tradizione sarda. Insomma, la ricerca si configura come interessante contributo culturale che ha l’unico intento di arricchire la conoscenza di un fenomeno che per lungo tempo ha interessato, e forse ancora interessa, la comunità villacidrese, ma non solo.
Non è quindi azzardato affermare che quello di Marcialis è un autentico libro di storia che tenta di far luce in un ambito del vivere sociale scarsamente indagato perché raramente confessato e spesso negato, come tutte le credenze che si pongono in posizione di contrasto o comunque ai limiti della religione ufficiale e per questo considerate quasi peccaminose seppure interiormente sentite e credute.
Marcialis ha ragione quando sostiene che non si può fare una storia parziale. Nella nostra storia ci sono cose di cui ci piace menar vanto e altre no. Ma se vogliamo conoscerci davvero non possiamo accettare una storia parziale e adattata alle mode o agli umori del momento.
Sa bidda de is cogas è un libro di storie arcane, di streghe e di magie, di incantesimi e ora, nell’aggiornamento, anche di quelle cose che l’autore inserisce all’interno di un mondo sinistro. Quest’ultima parte non vuole, e quindi non affronta, i misfatti e i fenomeni connessi, verificatesi l’estate scorsa a Villacidro e attribuiti ai cosiddetti satanisti. Il giornalista si limita ad una critica dell’uso strumentale e spettacolarizzante che certa stampa regionale ne ha fatto. Anche questo, come tutto il resto del libro, denota l’amore, critico quanto si vuole ma sempre d’amore si tratta, di Gian Paolo Marcialis per la sua città, Villacidro.
Gerardo Addari
(da Il Provinciale oggi – n.10 – 15 maggio 2007)