Ellen Rose Giles era un’artista, fotografa, filosofa, antropologa, giornalista e archeologa.
Nacque il giorno 11 marzo 1874 a Philadelphia e morì misteriosamente a Sassari il 15 gennaio 1914.
Suo padre, George Giles, era un importante personaggio nel settore economico americano, specialmente a Chesnut Street, il cuore del movimento finanziario degli Stati Uniti (circa un secolo dopo venne spostato a Wall Street).
Una volta conclusi gli studi al Bryn Mawr College, Ellen iniziò a viaggiare insieme alle sue sorelle, sua madre e sua nonna. Nei primi anni del ‘900, nonostante avesse la residenza a New York, visse a Firenze, in cui coltivò i suoi studi antropologici.
Ellen durante i suoi studi imparò a parlare italiano, francese, tedesco, spagnolo, arabo, cinese e discretamente latino e greco. Portò a termine i suoi studi tra la Germania, la Francia, la Toscana, l’Africa, l’Australia e il medio Oriente in cui si soffermò negli scavi delle civiltà antiche e in cui veniva considerata un autorità assoluta nella traduzione delle antiche iscrizioni babilonesi.
Una volta finiti gli studi, si stabilì in Sardegna e imparò il sardo.
Ellen si trasferì a Sassari nel 1906.
Perché tra tutte le località visitate scelse proprio la Sardegna?
Ellen affidò i suoi interessi economici ad un agente finanziario europeo, mentre la madre Anna, abile nella gestione degli averi, dovette viaggiare più spesso per questioni di affari.
Sua madre Anna Rose si trasferì insieme a lei in Sardegna, luogo in cui trascorse il resto della sua vita fino al 1937.
Anna Rose nonostante l’improvvisa morte della figlia Ellen nel 1914, andò a vivere alla canonica del parroco Nonnis di Ollolai, conosciuto grazie ad un amico in comune, il pittore Carmelo Floris.
La scelta di trasferirsi in una canonica è alquanto strana visto che Anna Rose non era cattolica. Alberto Mario Pintus, il biografo di Ellen Rose Giles, ritiene che Anna, in quel momento della sua vita, fosse in cerca di protezione.
“Tra i misteri in cui è immersa l’intera vicenda di Ellen, continuiamo a domandarci i motivi che hanno spinto Anna a rimanere qui in Sardegna per 23 anni dopo la morte della figlia, e a farsi costruire qui una tomba nel cimitero monumentale, dove peraltro non fece mai traslare la salma di Ellen, che rimase nel suo piccolo loculo. Forse qualcosa le impediva di fare rientro negli Stati Uniti, dove, poco prima di Ellen morì anche l’altra figlia Alice, in circostanze di cui non sappiamo nulla” osserva il biografo sassarese.
Perché decise di rimanere proprio in Sardegna imparandone addirittura la lingua?
Si pensa che tra la Sardegna e la Giles ci fu un colpo di fulmine, ma in realtà questo è ancora un quesito avvolto nel mistero.
Studiò la Sardegna da cima a fondo e decise poi di stabilirsi a Sassari.
“Quando sarà finita l’opera mia e dovrò tornare in America per pubblicare il mio libro per le cui traduzioni in italiano ed in altre lingue ho già ricevuto varie proposte” rispondeva Ellen al cronista de La Nuova Sardegna che, nel 1907, le chiedeva quando avrebbe abbandonato la Sardegna.
Il biografo Alberto Mario Pintus e Maria Giovanna Cugia, dopo un estenuante indagine, sono riusciti a trovare le ricerche di Ellen inglobate nell’opera “Sardinian Painting” di Goddard King.
Ellen Rose Giles muore alle otto di sera del 15 gennaio dell’anno 1914.
“Una ragione sentimentale è certo da valutare, anche se una scrittrice plurilaureata abituata a viaggiare avrà avuto mille occasioni di incontrare uomini che le abbiano scatenato una passione, in luoghi ben più accoglienti della Sardegna di cento anni fa.” scrive Alberto Mario Pintus in una sua riflessione.
Sassari rimane sotto shock. In via Roma 87 cala il silenzio, viene ritrovata una rivoltella sul pavimento, la stessa pistola che Ellen aveva acquistato qualche giorno prima e la stessa che le aveva tolto vita.
La Nuova Sardegna intitola l’articolo con “Impressionante Suicidio”, mentre il New York Times e il Washington Post la pensano diversamente: “ Una ragazza del Bryn Mawr è stata uccisa in Sardegna”.
“Siamo ancora lontani dalla soluzione del ‘Caso Giles’,il suicidio non spiegherebbe perché l’ogiva del proiettile ha trapassato le carni senza lacerare gli abiti di Ellen. Non sappiamo che fine abbia fatto il testamento della vittima e di cosa fosse veramente a conoscenza la cameriera, Maria Filippa Rovetti. Chi è il giovane nobile sassarese che lasciò la città la notte in cui morì la studiosa e che tutti dicevano suo amante? Se dovessi fare un bilancio direi che siamo appena ad un 60% delle ricerche. Il mistero è davvero grande“. Afferma Pintus nei suoi scritti.
E’ possibile che la malcapitata sia stata cambiata dopo un possibile assassinio? E’ possibile che la Giles fosse nuda al momento della morte? Probabile in presenza di un amante scomparso. (ndr)
I media del tempo, soprattutto quelli americani, si concentrarono molto sulla vicenda a differenza di quelli locali. La magistratura archiviò il caso frettolosamente dandolo come suicidio, mentre i giornalisti americani continuavano a sostenere la tesi dell’omicidio. A dare vita alla tesi americana fu anche la scomparsa da Sassari, proprio in quei giorni, di un giovane nobile sassarese, del quale non si è mai riuscito a costruire un volto o a dare un nome.
L’associazione storica sassarese, presieduta da Alberto Mario Pintus, ha deciso di portare avanti le ricerche sulla vicenda ed inoltre si sta occupando del restauro del loculo che custodisce i resti di Ellen.
Rimane altrettanto misteriosa l’identità della persona che a partire della pubblicazione della biografia di Ellen Rose Giles, si reca ogni settimana a posare un fiore bianco sulla sua tomba.
Fabio Ladinetti