S’Istrumpa è certamente una forma di combattimento molto antica, probabilmente uno degli sport più antichi dell’umanità. Questa lotta si è tramandata per millenni, di generazione in generazione, con la pratica e con i racconti che divenivano leggenda.
S’Istrumpa ha conservato nel tempo le sue regole e le sue tecniche anche per il fatto che le popolazioni che la praticavano (soprattutto legate al mondo agro – pastorale) sono state poco permeabili agli influssi delle culture esterne. Veniva praticata in tutta la Sardegna e con regole abbastanza simili a manu a hinthu, hinthu po inthu, hinthu parthiu ecc. tutti questi modi di dire, a seconda del comune, significano sempre lottare a pari condizioni. Venivano però utilizzate diverse prese tutte efficaci e praticate: presa a polso, presa sulle dita, presa a polso e cintura, presa alla cintura dietro la schiena, presa alla cintura con una mano dietro ed una davanti, presa alla cintura avanti, ecc. tutti questi stili utilizzavano grosso modo le stesse tecniche di trazione, spinta, proiezione, tecniche di gamba.
Molti studiosi hanno accomunato a S’Istrumpa un’altra forma di lotta caduta ormai in disuso pressoché in tutta la Sardegna, “Sas Francas” o a “brazzos”. Si tratta però di una lotta completamente diversa. Consiste nell’afferrarsi al bavero della giacca o sugli omeri, avendo cura di avere un braccio sopra quello di un avversario per non avvantaggiarlo. Il combattimento consiste nel mettere a terra l’avversario con spinte e trazioni in tutte le direzioni ricorrendo a tutte le tecniche di gamba.
Si differenzia soprattutto per la mancanza di contatto col corpo oltre che per la presa. Le doti richieste sono la destrezza, la velocità d’esecuzione, l’equilibrio. In genere non si disputavano dei veri tornei, ma incontri estemporanei, dove spesso l’abile piccoletto abbatteva il gigante. Era quasi un saluto, la prima forma di contatto, dopo la stretta di mano i contendenti si afferravano per il bavero e via a “gherrare a francas” per poi passare dopo qualche atterramento a “gherrare a s’istrumpa”.
Anche questa lotta si interrompeva non appena uno dei due contendenti cadeva a terra. Come si può notare anche questa lotta non è cruenta. In passato le occasioni di competizione erano molteplici: feste campestri, tosature, vendemmie, trebbiatura, visita di leva, ecc. i pastori, soprattutto quando custodivano il bestiame in terreni comunali, trovandosi in gran numero, trascorrevano le ore libere cimentandosi nella lotta. Il campo preferito era l’aia che, oltre ad essere un piazzale pianeggiante, spesso era reso soffice dalla paglia o dall’erba, ma andava bene anche il prato e talvolta si combatteva anche nella piazza dei centri abitati.