Le Sùrbiles erano donne-vampiro che sorbivano, succhiavano il sangue dei neonati, specialmente se non ancora battezzati.
Si credeva che diventasse una sùrbile la settima di sette figlie femmine.
Ungendosi con oli vegetali, le sùrbiles erano capaci di trasformarsi in specie di mosche e penetrare nelle camere dei neonati attraverso il buco della serratura.
Agivano col buio, fra la mezzanotte e le tre.
Per evitare che entrassero nelle stanze, si utilizzavano come amuleti degli oggetti ben precisi: ad esempio una scopa, che però doveva essere posta con le chiome all’insù, oppure un mazzo di foglie d’issopo ed arancio, da appendere sul muro. Ancora, sortivano lo stesso effetto un paio di scarpe collocate a capo del letto, che dovevano essere abbinate ad un fazzoletto da testa messo ai piedi dello stesso.
In alcune zone si usava invece appendere dietro la porta un treppiede, di quelli usati per poggiare la pentola sul fuoco, o sistemare a rovescio un cappuccetto o un giubbettino sulla testata del letto.
Ancora, c’è chi sistemava oggetti dentati (forconi, pettini) sulla porta d’ingresso della camera: così, le sùrbiles si sarebbero fermate a contarne i denti, ma, poiché non conoscevano i numeri oltre il tre, ogni volta avrebbero dovuto iniziare daccapo.
Finché, giunte le tre di notte, sarebbero state costrette a scappare.
Spesso le sùrbiles venivano identificate con le streghe e chiamate cogas.
Erano allora raffigurate come donne brutte e vecchie che si spostavano a cavallo di una scopa.
Si diceva che potessero trasformarsi in gatti e deponessero il sangue dei neonati nella cenere calda del focolare, dove si trasformava in sanguinaccio, il loro cibo preferito.
Per spostarsi, usavano una formula magica, che diceva:
Folla a suba de folla, tres oras andai e tres oras a torrai (Foglia su foglia, tre ore per andare e tre ore per tornare).
Contro le streghe veniva pregato San Sisinnio, l’unico che fosse in grado di neutralizzarne il potere.
Nota: Tratto da http://www.sardiniapoint.it