Sardegna e la Spagna sono state l’arena di molte ricerche per ricostruire le origini, i significati e le vicende dello stemma dei quattro mori, che è rimasto ancora oggi un mistero. Questo emblema è stato influenzato da diverse tradizioni e ha attraversato molti secoli di storia. In questo articolo esploreremo la storia e il significato di questo simbolo affascinante.
La Tradizione Iberica
La tradizione iberica sosteneva che lo stemma fosse stata una creazione di re Pietro I d’Aragona, che aveva celebrato la vittoria di Alcoraz (1096) grazie all’intervento di San Giorgio. Si diceva che questa vittoria avesse lasciato sul campo le teste recise dei quattro re arabi sconfitti (i quattro mori).
La Tradizione Sarda
La tradizione sarda, nonostante la mancanza di evidenze storiche, legava lo stemma al leggendario gonfalone che sarebbe stato dato da papa Benedetto II ai Pisani per aiutare i Sardi a combattere contro i saraceni di Museto, che in quegli anni minacciavano di conquistare Sardegna e Italia.
Origini Antiche
La più antica attestazione dell’emblema risale al 1281 ed è costituita da un sigillo della cancelleria reale di Pietro il Grande d’Aragona. Tuttavia, fu solo nella seconda metà del XIV secolo che i quattro mori apparvero per la prima volta legati alla Sardegna, come simbolo del regno all’interno della confederazione della Corona d’Aragona.
Importazione Aragonese
Lo stemma fu importato dai re aragonesi e comparve in Sardegna su opere a stampa, monete e gonfaloni dei corpi speciali dei Tercios de Cerdeña, istituiti da Carlo V per la difesa dell’isola. Questi corpi distinsero a Tunisi (1535) e Lepanto (1571) nelle operazioni contro i Turchi.
Continuando dall’analisi della storia dello stemma dei quattro mori, E’ importante menzionare l’utilizzo dello stemma dei quattro mori nella vita quotidiana dei Sardi. Questo emblematico simbolo è associato all’orgoglio della cultura sarda e alla lotta per la preservazione della propria identità. Ad esempio, lo stemma è spesso usato come logo su prodotti locali, come souvenir e oggetti d’arte, per celebrare l’eredità sarda.