Su Maschinganna è uno degli esseri fantastici della tradizione sarda che può essere incluso nella categoria dei folletti burloni.
Chiamato anche S’Ingannadore, viene associato talvolta alla figura del Diavolo.
In Sardegna agisce prevalentemente nel mondo agro-pastorale, rendendosi protagonista di innumerevoli storie, prendendo di mira generalmente contadini e pastori.
Ha la capacità di assumere qualsiasi sembianza, speso quelle di un bambino o di un animale, ma può manifestarsi anche solo con la voce.
In diversi racconti si presenta come un fanciullo con degli zoccoli al posto dei piedi, come gli Augurielli, folletti diffusi in gran parte dell’Italia meridionale, o il bruttissimo Barabao veneto.
Si diverte a combinare scherzi di ogni tipo alla malcapitata vittima o agli animali che questa custodisce.
Il Berlic valdostano di notte si introduce sotto forma di un’ombra nelle stalle, creando scompiglio tra mucche, cavalli e capre, mentre il Beilhund del Trentino ha l’aspetto di un manico d’ascia e la testa a forma di scure. Si diverte a sostituirsi all’accetta del contadino, scomparendo ridendo e fiammeggiando quando qualcuno tenta di afferrarlo per tagliare la legna.
Il Linchetto toscano invece si nasconde nei tini al tempo della vendemmia, si diverte ad intrecciare la coda ai cavalli o a bussare alla porta durante la notte.
Su Maschinganna compie anche azioni positive, talvolta dando avvertimenti utili agli esseri umani.
Si narra che un pastore avesse sconfinato col suo gregge di pecore in un altro terreno non suo.
Sedutosi all’ombra di una pianta di Fico udì da prima un brusio, e pian piano una voce ben distinta che lo avvisava di badare al gregge e di spostarlo perchè stava arrivando il padrone del terreno.
Il pastore si alzo di scatto cercando la persona che aveva parlato, e non vedendo nessuno, spaventato si affrettò comunque a radunare il gregge e riportarlo sul suo appezzamento di terra.
Sapeva di aver appena avuto a che fare con Maschinganna ma, memore dei racconti sentiti dal nonno, ne seguì comunque il consiglio.
Infatti, sulla via del rientro, incrociò proprio il padrone del pascolo in cui aveva sconfinato il gregge.